mercoledì 28 dicembre 2011

Il mio regno per una t-shirt: Ass Made


Dopo il Deboscio, vi presentiamo l'intervista realizzata ad Ass Made, che ci ha colpito fin da subito per la sua campagna pubblicitaria.


Come nasce il brand? Chi sono i fondatori?
Nasce dalla nostra esperienza nel settore, sia come rivenditori che come creatori di un altro brand già in circolazione da qualche anno. L’idea era finalmente dare spazio alle battute, alle idee spiritose o assurde che nascevano da momenti di 'cazzeggio'. Il prodotto di un involontario brainstorming che meritava di essere utilizzato. Il nome fortemente autoironico che abbiamo dato al brand indica chiaramente l’understatement che permea tutta l’iniziativa.Vogliamo essere i buffoni di corte, quelli che con la forma della satira scanzonata in realtà stanno affondando il ditto nella piaga, anche di fronte ai potenti di turno. Senza per questo rinunciare al divertimento puro e semplice, alla gag che ha il solo gusto della risata di cuore. Siamo limitati solamente dalla nostra fantasia, anche perché fortunatamente si tratta a suo modo di un “side-project” rispetto ad altre attività che abbiamo e non dobbiamo rispondere a logiche di fatturato o compiacere qualcuno. Il dilettantismo nel senso di fare le cose “per diletto”, ma con il know-how dei professionisti. Penso che sia una garanzia di qualità e libertà ideologica.
Gli 'autori del delitto' sono Beppe Donati, Marco Bianchi e Iucu, quest'ultimo già molto noto nel settore grazie alla sua attività con Blomor e altri brand streetwear di successo.


Qual è stata l’idea iniziale e come è stata realizzata (materiali, stampe, ecc.)?
Come detto prima, l’idea di base è stata molto lineare. Dare sfogo a tante intuizioni che ci frullavano per la testa, raccolte sotto la “bandiera” Ass Made. Pur avendo una buona conoscenza di tutte le problematiche relative alle t-shirt, quindi produzione, stampa ecc., abbiamo dovuto comunque fare analisi ed 'esperimenti'. Questo soprattutto per contenere il prezzo finale al pubblico. Capisaldi: che la t-shirt fosse 100% cotone e con un buon fit, anche perché diversamente sarebbe difficile incontrare il gusto del pubblico. Partendo da questi presupposti, si è lavorato per avere un costo accessibile. Il prezzo abbordabile permette alle nostre t-shirt di rappresentare a tutti gli effetti un acquisto “leggero”, sia per la semplicità del capo (una t-shirt con stampa frontale) sia per il suo prezzo. Le moderne tecnologie di stampa permettono anche rapidità produttiva e l’assenza di quantitativi minimi, che spesso potrebbero rappresentare un ostacolo per piccole realtà che sono agli inizi. Ogni futuro sviluppo di Ass Made rimarrà comunque ancorato a queste idee.


La vostra realizzazione di T-shirt cura maggiormente l’aspetto grafico o il taglio?
Le grafiche sono il punto focale del progetto. Il taglio è stato perfezionato rispetto alla primissima serie, ma per quello, basandoci anche sulle nostre passate esperienze con altri marchi, ci siamo affidati a professionisti del settore. La realizzazione grafica è invece il nostro settore di intervento più personale, vengono continuamente proposte e realizzate grafiche di prova seguendo le idee del momento. Solo alcune poi vedono effettivamente la luce ed entrano nelle collezioni Ass Made. 


Quali sono stati i problemi che avete riscontrato nella realizzazione della prima collezione? Come è stata distribuita?
Non ci sono state problematiche particolari in quanto avevamo chiaro che si sarebbe trattato di un esperimento, la prima tiratura è stata molto contenuta ed è stata commercializzata in negozi contattati grazie alla conoscenza personale con i rispettivi gestori. Il gradimento del pubblico è stato immediato, e si è pertanto deciso di estendere l’offerta e creare una rete distributiva vera e propria, che ora è affidata a Baltimora Studio di Monza per il Nord Italia e Profilexpo Piazza di Spagna di Roma per il Centro-Sud. Il marchio è stato espressamente voluto da showroom di alto livello, che trattano abitualmente con negozi di fascia alta. Può sembrare strano, ma non lo è. Questo a dimostrazione che è un prodotto trasversale, ironico e kitsch, che grazie a questo si sposa bene anche a “contenitori” più prestigiosi. Il numero dei negozi che vendono Ass Made è ancora limitato, ma è in continuo aumento. 


Come avete pubblicizzato i vostri prodotti? Quali sono i mezzi pubblicitari vi hanno portato al successo che poi avete ottenuto?
Il primo mezzo “pubblicitario” è stato facebook. Senza necessità di effettuare veri e propri investimenti pubblicitari, l’uso di facebook ci ha permesso di far conoscere a pubblico e negozianti le nostre t-shirt. Il primo lookbook è stato fatto fotografando un gruppo di vecchi in un bar di paese, con addosso le nostre t-shirt. Ci siamo divertiti molto a farlo e il pubblico si è divertito a vedere queste foto, che circolavano su facebook stesso e su flyer. Oltre a questo adesivi a profusione, che sicuramente hanno molto effetto sul pubblico più giovane. La presenza stessa presso alcuni negozi che hanno molta visibilità e seguito su internet, come SuperFly Deluxe di Pavia e Quake Style di Roma e Latina, ci ha permesso di essere ancora più noti. Infine, nell’ambito dello sviluppo del brand abbiamo in corso una campagna pubblicitaria sul magazine freepress Wait e su alcuni siti Web, come quello del magazine freepress Grab.


Avete un packaging particolare? Da dove nasce?
Al momento non abbiamo packaging specifici, ne è stato studiato uno molto “accattivante”, ma è in corso una valutazione perché come già detto per noi è imprescindibile che il prezzo finale sia concorrenziale. Non vorremmo “regalare” al cliente un bel packaging, facendoglielo in realtà pagare a caro prezzo con una t-shirt che costa 5 o 6 euro in più.

Come si è evoluto il brand dopo la prima collezione?
La prima collezione è stata realizzata con poche grafiche, alcune però di grande impatto e immediato successo, come “Stai Manzo” e “Che due scoglioni”. L’evoluzione del brand è andata nella direzione di arricchire rapidamente l’offerta di grafiche, con continua commercializzazione di novità, oltre che una ricerca di maggiore qualità grafica, proprio a livello di lavorazione preliminare e ricerca del risultato adatto con la stampa serigrafica digitale che viene utilizzata.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Continuare a stupire il pubblico. E introdurre novità che non saranno necessariamente t-shirt, ma su questo non possiamo dire di più per ora.









martedì 27 dicembre 2011

Mancanza di gravità

Avios potrebbe essere fortunata serie di pubblicità del colosso svedese IKEA, in realtà, è semplicemente uno degli esperimenti fotografici di Carl Kleiner. Lo sfondo azzurro e i colori molto accesi contribuiscono a rendere l'idea di giocosità che già presiste nel concept originale di questa serie. Cose che volano, mobili che lasciano la loro postazione sul pavimento per adagiarsi beatamente, privi di gravità contro il soffitto. Non può che non piacerci. E' necessario sperimentare, provare, tentare e anche con poco il risultato può essere eccezionale, pur senza una tecnica fotografica eccezionale. A volte è l'idea che comanda, come in questo caso, la realizzazione è solo un optional (e non che sia realizzata male).






lunedì 19 dicembre 2011

Vintage Photos of Tennis


Quanto ci piacerà riesumare le vecchie foto di personaggi famosi (date un'occhiata anche alla precedente carrellata). Questa volta diamo ampio spazio al nobile sport del tennis. McEnroe, Borg e molti altri gentlemen (o meno) che hanno reso il loro tributo al gioco della racchetta. 



mercoledì 14 dicembre 2011

L'arte dello sfocato di Ken Rosenthal


La nostra tendenza, quando guardiamo le foto di una serata o di una vacanza, è quella di cancellare le foto che risultano messo a fuoco. Ma c'è chi ha reso un arte questo modo di fotografare, come il qui presente Ken Rosenthal. Queste immagini che potete vedere sono stampe alle gelatine d'argento nelle quali la dominante cromatica nelle luci e nelle ombre è stata alterata con tecniche analogiche.
Rosenthal si è accorto, sfogliando un vecchio album di famiglia, che tutte le persone ritratte in foto vecchie, ingiallite e la cui nitidezza è venuta meno col passare degli anni, sembrano assomigliare a noi o ad altre persone care. Da qui nasce l'idea della serie "Seen and Not Seen". La fotografia diventa metafora della vita, vera e fittizia, affabulatrice. I colori scuri in contrasto alle luci mai troppo chiare turbano chi le guarda, non rendono un senso gradevole allo spettatore, ma è solo immaginando qualcosa di conosciuto in queste sagome che la mente frena questo senso di inquietitudine. Dietro la mancanza di messa a fuoco si potrebbe celare ogni cosa, ma il nostro occhio riporta alla mente la memoria di cose o persone conosciute, rassicuranti rispetto all'inaspettato. 
Voi cosa ne pensate? Può lo sfocato tramutarsi in arte? 













martedì 13 dicembre 2011

Five for ImPressing: Laura Zalenga


Nome, cognome, età e da quanto tempo scatta foto? 
Laura Zalenga, 21 anni, dal 2007.


Qual è la sua attrezzatura?
Nikon D5000 + Nikkor AF-S 50mm 1.8


Cosa significa la fotografia per lei? 
La fotografia è il mio mondo, dove creo le mie favole, dove mi sento al sicuro e dove i sogni diventano realtà.

Quali sono i suoi soggetti preferiti? 
Mi piacciono i ritratti. Sono così reali e veri e con la capacità di creare sempre nuove storie. Non so bene quale sia il limite di "soggetto", ma mi piace anche la fotomanipolazione. Adoro creare cose completamente nuove.


Cosa fa oltre fotografare? 
Studio Architettura, molto più di un lavoro.

Quale foto sogna di realizzare?
Uno scatto insieme ad Alex Stoddard. Qualcosa di pazzo e nuovo, con un soggetto interessante e che rappresenti appieno lo stato d'animo


Quale fotografo ci consiglia di seguire?
I miei preferiti sono: Alex Stoddard, Elizaveta Parodina, Tamara Lichtenstein, Marie Hochhaus.



Name, Surname, Age and how long have you been taking photos? 
Laura, Zalenga, 21, since 2007 

What cameras do you work with? 
Nikon D5000 + Nikkor AF-S 50mm 1.8

What does photography mean to you? 
Photography is my own world where I can create fairy tales, where I feel safe and where dreams come true.

What are your favourite subjects? 
I love to take portraits. They are so real and true and still able to create a new story. Idon’t know if it’s a ‘subject’ but I also love photomanipulation. I love to create completely new things.

What else do you do besides photography? 
I’m studying architecture. That’s more than a fulltime job ;)

What is the photo you'd dream to take? 
One together with Alex Stoddard. Something crazy and new. With a interesting story and a great feeling/mood.

What photographer do you recommend us to watch? 
Lately my favorites are: Alex Stoddard, Elizaveta Parodina, Tamara Lichtenstein, Marie Hochhaus

lunedì 12 dicembre 2011

Fashion Cinemagraphs


Abbiamo già parlato di cinemagraphs in precedenza (per sapere di cosa si tratta potete andare a leggervi l'articolo precedente). Questa volta, però, vi proponiamo una serie di scatti sul mondo della moda. 






domenica 11 dicembre 2011

Obey celebra il Natale con la sua t-shirt


Natale è vicino e anche Obey ha deciso di celebrarlo con questa magnifica t-shirt, dove babbo natale attacca il poster di Andrè the Giant. Shepard Fairey, in arte Obey, è uno street artist, che ha cominciato la propria esperienza riempiendo i muri delle città americane con lo sticker dei Andrè the Giant, chiarendo che si trattava esperimento di fenomenologia La sua fama raggiunge poi livelli planetari grazie alla realizzazione della stilizzazione del ritratto di Obama, che tutti noi conosciamo bene, con il motto Yes, we can. Nel frattempo Fairey aveva lanciato anche il suo brand di street clothing, il cui logo è diventato inesorabilmente il viso stilizzato di Andrè the Giant. 
Una curiosità: Shepard Fairey appare anche nel documentario sullo street artist Mr. Brainwash, Exit through the giftshop, in compagnia di molti altri artisti di strada, primo fra tutti Banksy.
La tee è disponibile in bianco, nero, grigio e blu presso i rivenditori ufficiali Obey o online.  [Via]





venerdì 9 dicembre 2011

Marni for H&M


Nella prossima stagione sarà Marni a continuare la tradizione di partnership eccezionali con H&M, succedendo a Versace (nei negozi poche settimane fa). Marni nasce nel 1994 ad opera della stilista svizzera Consuelo Castiglioni. La sua celebrità all'inizio le è data dai tagli originali applicati alle pellicce, innovativi per l'epoca e adeguandole anche alle più giovani acquirenti. Da quel momento il brand si è evoluto a tutto tondo nel mondo della moda. 
"Volevo creare un guardaroba vero Marni rivisitando tutti i nostri pezzi iconici", ha detto Consuelo Castiglioni, fondatore e direttore creativo. "Tutti amiamo le collezioni qui ad H&M e pensiamo che i nostri cilenti facciano lo stesso. Marni ha un tocco così moderno in tutto quello che fa e riesce a mixare stampe e accessori in maniera giocosa ma chic", ha aggiunto Margareta van den Bosch, consulente creativa di H&M. "E' fantastico vedere come Consuelo Castiglioni sia in grado di coordinare i design, le stampe e i colori con una con maestria incredibile dietro ogni pezzo".
Speriamo soltanto che rivisitare i pezzi iconici non significhi tirare fuori rimanenze di magazzino e arrangiarle a capi moderni, come sembra aver fatto Versace con l'ultima collezione. 

giovedì 8 dicembre 2011

Essere giovani di Samuel Ullman



La giovinezza non è un periodo della vita,
ma uno stato dello spirito, un effetto della volontà,
una qualità dell’immaginazione, una intensità emotiva,
una vittoria del coraggio sulla riservatezza, 
del gusto dell’avventura sull’amore per la comodità.

Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni; 
si diventa vecchi perché abbiamo abbandonato i nostri ideali. 
Gli anni rendono rugosa la pelle; rinunciare ai nostri ideali
avvizzisce l’anima. 
Le preoccupazioni,i dubbi, le paure e le disillusioni 
sono i nemici che, lentamente, ci attirano verso la terra
e ci fanno diventare polvere prima della morte. 

Giovane è chi sa meravigliarsi e stupirsi. Chi chiede,
come il bambino mai contento: “ E dopo?”E sfida gli imprevisti, 
e prova gioia nel gioco della vita. 

Si à tanto giovani quanto lo è la nostra fiducia, tanto vecchi quanto
i nostri dubbi . 
Così giovani quanto la nostra fede in noi stessi, 
così giovani quanto la nostra speranza. Così vecchi quanto 
il nostro abbattimento. 

Resteremo giovani finchè resteremo recettivi, 
sensibili a tutto ciò che è bello, buono e grande
Sensibili ai messaggi della natura, dell’uomo e dell’infinito. 

Se un giorno il nostro cuore sarà morso dal pessimismo
E roso dal cinismo, possa Dio avere pietà 
Della nostra anima di vecchi. 

Samuel Ullman