martedì 28 giugno 2011

Joshu + Vela

Joshu + Vela è un laboratorio artigianale americano, con precisione: City of Angels. Realizza prodotti in pelle e canvas, semplici e ben realizzati, la cui usura possa migliorare l'estetica dell'oggetto stesso. Solo due modelli, quelli proposti: lo zainetto a spalla, che fino a poco tempo fa faceva molto Nerd, ma attualmente diventato vero oggetto di culto; e la sacca a spalla.
Ogni accessorio che si rispetti contribuisce a suo modo a personalizzare un look e la borsa per uomo ha sempre dato quel fascino un po' bohemien, come se colui che la indossa, all'esterno di ambito scolastico, abbia qualcosa di culturalmente valido che tiene misteriosamente celato all'interno di una gradevole confezione a spalla. 
Ritornando on topic, si tratta di bei prodotti, semplici e senza grandissime pretese. 275 $ dollari per lo zaino e 220 $ per la borsa.


domenica 26 giugno 2011

Rodney Smith

Le fotografie di Rodney Smith sono un riuscitissimo esempio del surrealismo fotografico. Nei suoi lavori è facile ritrovare l'influenza di René Magritte, soprattutto per l'uso molto frequente di ombrelli, di cappelli. Anche le sue posizioni ricordano l'artista, pose plastiche, immobili, quasi anonime e che non vengono toccate dallo scorrere del tempo. I vestiti eleganti che spesso cozzano con il contesto in cui sono inseriti, come campi, siepi, laghi o tetti.
Questo tipo di fotografia è pura poesia, che trascina i nostri occhi sul filo vellutato della nostra fantasia. Ogni singolo fotogramma potrebbe essere quel decimo di secondo di una bellissima favola, ma a scrivere il resto deve essere solo ed unicamente lo spettatatore.



sabato 25 giugno 2011

Un Mario alla tequila sunrise, grazie


Immaginate quale piacere potrebbe darvi leccare Darth Vader sul suo bel mascherone plasticolo nero come le tenebre. No, il blog non ha preso una tendenza sessuale maniacale, ma stiamo parlando di ghiaccioli. Stoyn, ditta russa a quel che riusciamo a capire dal sito internet in solo cirillico, ha prodotto alcuni ghiaccioli con le sembianze di personaggi del cinema, dei cartoni e dei videogiochi: Darth Vader, Mario, Paperino, Topolino, Marylin Monroe e molti altri. A chiudere la serie la bomboletta spray anni '90. I gusti sono i più disparati, alcuni pure a base di long drink. Purtroppo, non ci resta che chiederci se avremo mai il piacere di poter passeggiare sui nostri litorali con simili dolcezze da far sciogliere sulle nostre lingue. 

mercoledì 22 giugno 2011

Five for ImPressing: Emanuele Chinnici


Nome, cognome, età e da quanto scatta fotografie?
Emanuele Chinnici, ho 21 anni, scatto da circa 3 anni, sono stato a contatto con la fotografia fin da piccolino con mio fratello e poi vari laboratori nelle scuole, ma la svolta fu a 18 anni, mi regalarono la mia prima reflex digitale, all'inizio ci rimasi un po' male non avevo mai pensato seriamente alla fotografia come arte, mentre adesso non riesco a farne a meno.

La sua attrezzatura?
Ho una Nikon D70 per il digitale, una zenit 122 e un paio di polaroid tra cui la carinissima supercolor 1000 ed in fase di costruzione una pinhole camera con cui voglio cimentarmi.

Cos’è la fotografia per lei? Quanto l’obiettivo influenza la vita di tutti i giorni?
Di base è un gioco, un mezzo che uso per giocare con le varie visioni che possono esserci della realtà e in questo modo avvicino l'osservatore al mio modo di vedere il mondo. L’obiettivo non influenza la vita, è la vita che influenza l’obiettivo.

I suoi soggetti preferiti?
Non ho un soggetto preferito in assoluto, fotografo quello che mi sembra bello, può essere un foglietto di carta o un uomo, un animale o una pianta. l'importante è che mi colpisca, se l'ho notato è perchè mi trasmette qualcosa.

Cosa fa quando non scatta foto?
Guardo tante tante foto, disegno, cerco disperatamente un lavoro e di notte un po' di street art.

Cosa la distingue, a suo giudizio, da altri fotografi?
Quello che vedo in giro di solito è la ‘’settorialità’’ dei fotografi, mi spiego meglio: nella maggior parte dei casi guardando i lavori degli altri noto che il soggetto, il settore in cui scattano è quasi sempre lo stesso, se un fotografo fa reportage, difficilmente vedrete dei suoi still life. Mentre a me piace mettermi in gioco in tutti i settori.

I suoi lavori di quali influenze artistiche risentono?
non solo i miei lavori ma io stesso risento di qualsiasi cosa mi ‘’sbatta’’ contro, sono una persona abbastanza influenzabile, se una cosa mi colpisce entra a far parte di me e anche inconsciamente mi condiziona.

Qual è il suo modo di scattare? Si immagina tutta la scena e predispone il set, oppure si affida all’estro del momento? Quali sono i suoi progetti futuri?
Porto sempre la macchina fotografica con me non predispongo nulla, ma il mio occhio ormai percepisce la realtà suddividendola in rettangoli, Come nei film quando il regista o il fotografo mettono pollice e indice tesi e con entrambi le mani formano un rettangolo, a me succede la stessa cosa ormai, solo che non uso le dita. Invece per il futuro spero di poter lavorare con questa mia passione, ho girato un paio di studi fotografici, e mi piacerebbe fare una scuola professionale di fotografia, devo solo mettere un po’ di soldi da parte.

Qual è la foto che sogna di scattare?
Non ho una ''foto ideale'' le mie foto anche quelle che sembrano più studiate sono nate li sul momento, non ho un criterio, una meta, scatto quando e come mi va li sul momento e poi se sono stato bravo diventa la foto che volevo.

Un fotografo che ci consiglia di tenere d’occhio?
Vittorio Coppola l’ho conosciuto durante Sant’Agata una festa religiosa della mia città, è molto in gamba, il problema è trovare il suo materiale online.


martedì 21 giugno 2011

Balli che non dimenticheremo

Oramai il film di ballo è diventato un genere a sè, ma prima che ciò avvenisse le scene di ballo erano solo funzione della trama del film. Alcune di queste scene, però, resteranno indelebili nella mente di molti di noi. 
Uma Thurman e John Travolta che ballano sulle note della canzone di Chuck Berry divenuta famosa forse, non per il film, ma per una pubblicità di biscotti (Pulp Fiction); un giovane Tom Hanks che, da bambino catapultato in un corpo di adulto, danza, creando musica su un gigante piano (Big); Carlton Banks che interpreta It's not unusual di Tom Jones con il suo modo di fare goffo e ironico (Il principe di Bel Air); ed, infine, un esuberante Christopher Walken completamente rapito dal ritmo di Fatboy Slim.
La tecnica non conta, fatevi prendere dal ritmo e, forse, riuscirete a rendere il vostro muovervi indimenticabile (anche se gli attori di cui sopra rappresenteranno dei termini di paragone, per fortuna, inarrivabili). 

giovedì 16 giugno 2011

New trends: scarpe estive

Con l'afa estiva, la stringata ai piedi può dare origine a spiacevoli odori e dolori. Scarpe comode per abbigliamento un po' casual. La prima proposta sono le Rivieras, semplici e traforate, in diverse varianti di colori a tinta unita o con inserti colorati. Un po' scarpetta da nonno in villeggiatura, rivisitata in chiave moderna.
La seconda presentazione riguarda Vans che decide di proporre a sua volta un paio di scarpe easy, una espadrillas con l'aggiunta dell'allacciatura. Una vera chicca di streetwear per coloro che le normali espadrillas le hanno ormai usate e riusate e col desiderio di andare oltre.

mercoledì 15 giugno 2011

Regred'arte: Robbie Rowlands

Abbiamo trattato in precedenza Lucio Fontana. Dobbiamo dirigerci in un altro emisfero, più precisamente in Australia, per trovarci di fronte la continuazione del lavoro del nostro artista italiano. Così come Fontana tagliava accuratamente le sue tele per aprire la sua arte alla tridimensionalità, Robbie Rowlands, invece, apre gli spazi tridimensionali interni verso l'esterno, tramite degli elementi che si avvolgono a ricciolo. La location appare sempre degradata, uno squarcio qualsiasi non si noterebbe minimamente in un simile contesto, ma la sua perfezione nel taglio e quel suo modo di adagiarsi a terra rendono il tutto molto sovrannaturale. Sicuramente la potenza artistica è ben minore dell'impatto avuto sul mondo dell'arte delle tele della serie Concetti Spaziali, Rowlands non infrange la barriera di una dimensione per penetrare la successiva, che sarebbe il tempo, ma rimane, comunque, un ottimo esempio di visual artist. 


lunedì 13 giugno 2011

Five for ImPressing: Elisa Secco

Nome, cognome, età e da quanto scatta fotografie? 
Elisa Secco, 26 anni, scatto più o meno dal 2007, poco dopo aver frequentato l'accademia di belle arti. Lì, tra la moltitudine di cose in cui mi sono cimentata, mi sono resa conto che l'unica cosa che mi riusciva bene, che era contemporaneamente quella che amavo fare, era osservare. 

La sua attrezzatura? 
Pentax K1000, Contax T2, Olympus XA e una Polaroid SX-70. Ho una digitale vecchissima, e ha moltissima polvere sopra. 


Cosa fa quando non scatta foto? 
Ho lavorato per 3 anni in uno studio fotografico. Da quando mi sono licenziata passo le mie giornate mangiando pop-corn, ascoltando 45 giri di Sergio Endrigo, barando sulle liste di cose da fare. Da qualche settimana sono a Berlino, che è una parentesi tutta particolare: cammino tantissimo con scarpe inadeguate, mi intrufolo nei palazzi, vado ai mercatini, bevo un sacco di cappuccini e birre e, vivendo a Prenzlauer Berg, cerco di diventare amica dei bambini. 

Cos’è la fotografia per lei? 
E' un modo di guardare le cose, di fissare attimi apparentemente insignificanti ma irripetibili che parlano di me, della mia quotidianità. E' una cosa molto intima, e preziosa. Un'abitudine, necessaria. 

I suoi soggetti preferiti? 
Mia nonna, il mio ex fidanzato, ogni cosa in cui inciampo che crei geometrie o simmetrie degne di essere immortalate. Ho qualche difficoltà a rapportarmi fotograficamente alle persone che conosco poco, e questo mi limita parecchio. I corpi sono immensi, e raccontano storie bellissime. Mi piacerebbe molto iniziare a fare moda ma in una direzione diversa da quella attuale, perchè le modelle hanno corpi molto interessanti: estremi, magrissimi, volti spesso imprecisi e asimettrici, che vengono perennemente cammuffati sotto chili di make up e ore di acconciature, ed è un peccato. Mi piacciono i corpi spigolosi e irregolari, con le loro debolezze e i loro difetti. 



Qual è la foto che sogna di scattare? 
Ultimamente una foto da cui non riesco a staccare gli occhi è la copertina del disco di S. Carey "All we grow", scattata da Cameron Wittig. 



Un fotografo che ci consiglia di tenere d’occhio? 
Due giovani che mi hanno colpita sono Alba Yruela e Rafa Castel: sono praticamente inscindibili, il lavoro di entrambi preso singolarmente è debole ed è completo e intenso solo osservandoli parallelamente. E' questa per me la loro vera forza.