lunedì 24 ottobre 2011

Lifestyle: Parkour - Seconda Parte

Per chi si fosse perso la prima parte, può trovarla qui.

5) Chiunque può praticare il Parkour? O è necessaria, comunque, una particolare costituzione fisica e qualche peculiarità innata nella persona?

Queste sono le risposte di tre traceur italiani due i primi due molto giovani:
F: Si, assolutamente, tutti possono praticare il parkour, ma sempre nel rispetto del proprio corpo, allenandolo sempre con costanza per poter eseguire i passaggi sempre più puliti e veloci.
A: Si ognuno può praticare il parkour…però è ovvio che se il traceur vuol progredire e essere sicuro di non farsi male tracciando deve essere consapevole delle propie capacità ed avere una buona preparazione fisica per non correre rischi.
S: Su due piedi non mi viene in mente nessuna richiesta minima per il traceur. Chiaramente ci vuole una buona condizione fisica, ma questa la forgi in allenamento.
Il parkour, non avendo vittorie agonistiche da conseguire, si basa sulle potenzialità dell'individuo, ognuno dovrebbe impegnarsi a dare il 100%, poi chi ha una struttura migliore salterà più alto e correrà più veloce a parità di allenamento, ma questo non è importante. L'importante è sviluppare le nostre potenzialità, ognuno con i suoi tempi e modi.

6) Un traceur deve seguire un allenamento particolare? Cambia da persona a persona?
C'è un allenamento standard che serve a sviluppare le doti generiche di tutti, dopodichè ognuno conoscerà le proprie capacità e si concentrerà la dove sente di averne più bisogno, detta così sembra una cosa faticosa ma in realtà quando si fà l'abitudine a superare le difficoltà diventa più faticoso non farlo :)
Inoltre l'allenamento si deve adattare all'ambiente in cui viviamo, come se noi e lo spazio che ci circonda fossimo una cosa sola.
I nostri allenamenti sono molto studiati e, oltre ad essere ufficializzati dai fondatori della disciplina, siamo in stretti rapporti con loro, così portiamo avanti tabelle di allenamento collaborando attivamente a chi si allena da una vita.
Una cosa su cui fare attenzione sono i tendini ed i legamenti che possono infiammarsi se troppo allenati su asfalto.

7) Qual è la storia del Parkour in Italia e la storia della vostra associazione? Come sta crescendo il movimento italiano e quanti traceur conta approssimativamente?
Purtroppo a causa di molteplici problematiche il movimento italiano ha avuto spesso un'idea distorta di parkour, questo a causa di mode che hanno portato i traceur a trovarsi con un grande potere mediatico e quindi la coda di profittatori e venditori di fumo non si è fatta attendere vendendo per parkour ogni cosa richiedesse il cliente di turno.
ma non credo che questo possa interessare molto, basti sapere che tutte le informazioni sul parkour vanno cercate su mezzi di informazioni ufficiali, per l'italia gli unici siti finora riconosciuti per la divulgazione del parkour sono 2:
www.apki.it (associazione parkour italia)
www.parkour.net
Adesso la situazione sta ritrovando una sua logica, ormai è chiaro più o meno a tutti cosa sia il parkour e come si differenzi da tante altre discipline che sono esplose cercando di imitare superficilamente il pk, il freerun ad esempio oppure il tricking, molte esistevano già da tempo prima che si conoscesse il pk ma nessuno si è sentito sporco a mettere accanto alla disciplina che da sempre praticava anche la sigla Parkour (e sempre senza il permesso dei fondatori), a garanzia di visibilità.
In Italia stiamo crescendo lentamente ma questo non importa, l'importante è che chi si avvicina al parkour lo faccia con consapevolezza e libertà, il numero dei traceur è di qualche centinaio ed ogni anno organizziamo stage ed incontri per arrivare da tutti e dare a tutti il modo di crescere, praticanti duri e puri come piacciono a me si contano su una mano e sono sparsi in tutta italia, mi sento vicino ogni giorno ai ragazzi di trani, di napoli, di milano, di roma, di bolzano e di tante altre città, uniti dalla passione per il parkour con alcuni di essi e dalla ricerca di libertà con gli altri.
La nostra associazione esiste da vari anni, siamo stati tra i primi a scoprire il parkour e portarlo in Italia e gli unici a riuscire ad essere ufficializzati, diamo una mano a chiunque in italia voglia conoscere il parkour, allenarsi e magari praticare con serietà, ultimamente stiamo cestinando sempre più proposte di sponsorizzazioni perchè il parkour non è fatto per dare spettacolo ma per formarci ed arricchirci dentro, quando ci saranno proposte interessanti saremo i primi ad attivarci.

8) Quali sono i posti adatti per praticare il Parkour? Ne esistono in misura sufficiente in Italia? Esistono problematiche per alcuni traceur di praticare il parkour nelle loro zone?
Per fortuna qua in Italia di posti così ce ne sono pochi, in questo modo i ragazzi devono darsi veramente da fare per allenarsi seriamente. Devono lavorare molto di fantasia e trovare sempre un modo alternativo per arrivare all'obiettivo. Scherzi apparte in realtà i posti ci sono, tutto sta nel riuscire a trovarli, bisogna ispezionare le citta, imparare a conoscerle ed a utilizzarle, chiedendo magari le giuste autorizzazioni, noi siamo anziani ed ormai nella nostra zona ci conoscono le forze dell'ordine, i dirigenti comunali e tanti cittadini, così che quando camminiamo su un tetto o tagliamo le scale di traverso nessuno si preoccupa. In altre zone i ragazzi dovranno lavorare un po' di più, ma poca cosa in confronto alle fatiche dei precursori su suolo italiano che dovevano partire veramente da zero. Oggi basta stampare questo blog o portarsi dietro un giornale con qualche intervista e già ci si presenta meglio.
Un consiglio per tutti i praticanti in erba: sorridete a chi vi guarda insospettito e dategli il buon giorno, le cose andranno meglio.



Nessun commento:

Posta un commento