lunedì 2 gennaio 2012

Quando Twitter si trasforma in posta comune


Giles Turnbull, giornalista del The Morning News, ha avuto l'idea di trasporre il sistema usato da Twitter attraverso la posta ordinaria con alcuni amici e colleghi. Le missive dovevano avere le stesse caratteristiche dei tweet del celebre sito: brevità, massimo 140 caratteri, e consentivano l'uso di tag e di hashtag. I partecipanti all'esperimento provenivano da vari continenti, USA, Europa ed Australia e questo contribuiva a rendere il sistema di risposte molto più lento. Poco importava al giornalista, infatti questo contribuiva a rendere l'esperimento più interessante. 
Questa esperienza ha rappresentato una sorta di rappresentazione di come la comunicazione sia cambiata, in positivo o in negativo questo non spetta a noi deciderlo, puntando inesorabilmente verso una sua contrazione. Non si è trattato, nemmeno, di un modo di rifiutare l'idea di internet, bensì un modo di consacrarla e celebrarla, come ha asserito Turnbull, aggiungendo anche che "andare a prendere la posta era diventato divertente”. Vi si può vedere anche un tentativo di recupero della tradizionale forma scritta ed inviata per via postale, forma di comunicazione ormai desueta per motivi per così dire ludici o personali, relegato solo ad una forma professionale. E pensandoci bene, cosa hanno i tweet di tanto diversi dai vecchi telegrammi? Forse esclusivamente il fatto che la brevità dei secondi era dettata esclusivamente dalla spesa maggiorata dal numero dei caratteri. 
Forse, qualcuno potrebbe ispirarsi a questa iniziativa per lanciare un'esperienza simile attraverso le poste statali, cercando di riportare i giovani a questa forma scritta, rendendo tutto un gioco, e magari facilitando la cosa con prezzi ridotti (da equiparare magari a quelli di un sms). Potrebbe essere un'iniziativa carina e divertente. Ma dubitiamo sulla reale possibilità di un interesse simile da parte delle istituzioni verso i più giovani. 
Dopo il salto alcune foto di questo esperimento. 




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