martedì 20 marzo 2012

Regred'Arte: Maurizio Cattelan


Maurizio Cattelan è sicuramente l'artista più quotato all'estero. Vive tra New York e Milano, ma il suo estro creativo è partito da Forlì. Il buon Maurizio (gli artisti ancora in vita devono essere nominati per nome come asserisce Sarah Thornton nel suo libro sull'arte, Il giro del mondo dell'arte in sette giorni), nato a Padova nel 1960, si trova al 42° posto della classifica degli artisti con maggiori fatturati d'asta nello scorso anno (21 opere vendute per un totale di 5.497.694 euro) e all'età di 51 anni ha deciso di ritirarsi (che ciò rappresenti verità o meno è ancora da verificare), asserendo che: "Bisogna lasciare spazio ai giovani. Ho cinquantun anni: viviamo in un mondo governato da vecchi senza idee. A vent’anni hai molte idee ma non hai soldi. Poi arrivano i soldi e non hai più le idee".  Pregevole una simile intenzione. 
Le sue opere sono dissacranti e molto spesso inneggiano allo scandalo, probabilmente realizzando pienmente ciò che l'artista vuole suscitare nei suoi spettatori. Si ritrova spesso, nelle sue opere, anche una riflessione sulla morte. L'imbalsamazione degli animali è forse uno dei punti cardini della sua opera, come il cavallo la cui testa scompare nel muro oppure l'opera Others presentata alla scorsa Biennale di Venezia, dove 2000 piccioni imbalsamati osservano dall'alto i visitatori della mostra (veramente suggestivo e questo sentimento si può provare solamente trovandosi sul posto, non attraverso una foto) od, infine, Bidibidobidiboo, lo scoiattolo suicida, in cui la pistola riposa a terra richiamando quel desiderio di morte poco animalesca. 
Ma la sua opera scandalizzante continua a stupire ancora con un Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite (La Nona Ora) o il grosso dito medio alzato scolpito interamente in marmo di Carrara dal titolo provocatorio L.O.V.E.
Infine, non si può non ricordare la sua retrospettiva realizzata al Guggenheim di New York intitolata All, dove ha deciso di appendere le sue opere al soffitto della più famosa opera di Frank Lloyd Wright. 
E' un artista che ha fatto discutere e farà discutere sempre. Quello che ci chiediamo è se la sua opera potrà trovare spazio all'interno dei manuali di arte, oppure sarà una di quelle meteore create dal forte mercato artistico attuale, ovvero solamente un artista a la page, niente più, che finirà nel dimenticatoio. Alcuni lo accostano a Duchamp, un paragone che non può che fare piacere e rendere orgogliosi, altri lo definiscono solamente un furbacchione (Jonathan Binstock).
Voi cosa ne pensate?  











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